Orologio dell’Apocalisse: ora a 89 secondi dalla mezzanotte. Quanto siamo vicini al punto di non ritorno?

Lo scorso anno, nel nostro articolo “Orologio dell’Apocalisse, solo 90 secondi a mezzanotte“, riflettevamo sull’inquietante vicinanza della fine simbolica dell’umanità. Oggi, il Bulletin of the Atomic Scientists ha aggiornato nuovamente il celebre orologio, portando la lancetta a 89 secondi dalla mezzanotte. Un solo secondo in meno, ma un segnale inequivocabile: il pericolo non è diminuito, anzi.

Un secondo in meno, un rischio in più

Potrebbe sembrare un cambiamento marginale, ma la riduzione di un secondo rappresenta l’evoluzione negativa di una crisi globale che continua a intensificarsi. Il 2025 si apre con un’escalation di tensioni geopolitiche, la modernizzazione degli arsenali nucleari, un cambiamento climatico sempre più fuori controllo e l’emergere di nuove minacce tecnologiche, tra cui l’uso incontrollato dell’intelligenza artificiale e la proliferazione di minacce biologiche.

Secondo il comunicato del Bulletin of the Atomic Scientists, “Continuare sulla rotta attuale è una forma di follia. Il mondo dipende da un’azione immediata”. I membri del Science and Security Board hanno evidenziato la crescente pericolosità delle tecnologie emergenti, in particolare l’uso dell’IA nei sistemi di guerra e nella disinformazione, così come la tendenza a una sempre maggiore proliferazione nucleare.

L’Orologio dell’Apocalisse, fin dalla sua creazione nel 1947, non è mai stato così vicino alla fatidica mezzanotte. Se lo scorso anno ci trovavamo già in una situazione critica, oggi la nostra capacità di rispondere alle crisi globali appare ancora più fragile. Abbiamo ancora tempo per cambiare rotta?

Le minacce che ci spingono verso il baratro

Le ragioni di questo spostamento sono molteplici e interconnesse:

  • Conflitti globali e minaccia nucleare: dalla guerra in Ucraina alle tensioni in Medio Oriente, l’instabilità politica aumenta i rischi di escalation nucleare. Russia, Cina e Stati Uniti continuano a espandere e modernizzare i loro arsenali, mentre trattati fondamentali per il controllo delle armi sono stati sospesi o abbandonati.
  • Crisi climatica senza freni: il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, con eventi estremi come incendi, uragani e inondazioni sempre più frequenti e devastanti. Le politiche globali per contrastare la crisi climatica restano insufficienti, con investimenti ancora troppo limitati.
  • Tecnologie emergenti e intelligenza artificiale: la corsa all’AI ha mostrato potenzialità straordinarie, ma anche rischi senza precedenti. L’integrazione dell’IA nei sistemi militari e nella manipolazione delle informazioni sta rendendo il mondo ancora più instabile.
  • Minacce biologiche e pandemie: la diffusione di malattie emergenti e la possibilità di utilizzo improprio dell’IA nella ricerca biologica pongono un rischio crescente. Secondo Suzet McKinney, membro del Science and Security Board, “è essenziale ridurre il numero di laboratori ad alto contenimento e stabilire standard chiari per l’utilizzo dei patogeni”.

Un appello all’azione: il tempo non è ancora scaduto

La domanda non è più se possiamo allontanarci dalla mezzanotte, ma se saremo in grado di farlo in tempo. Lo scorso anno ci chiedevamo se 90 secondi fossero sufficienti per agire. Oggi, con 89 secondi rimasti, il messaggio è ancora più chiaro: l’inazione non è più un’opzione.

Cosa possiamo fare?

  • Esigere dai governi azioni concrete, dalla riduzione degli arsenali nucleari all’impegno reale contro il cambiamento climatico.
  • Educare e sensibilizzare, perché la consapevolezza è il primo passo per il cambiamento.
  • Sostenere la ricerca etica sulla tecnologia, affinché l’intelligenza artificiale e le innovazioni digitali non diventino strumenti di distruzione, ma di progresso.
  • Affrontare le minacce biologiche, regolamentando la ricerca e potenziando le strutture sanitarie per prevenire nuove pandemie.

89 secondi: scegliamo di usarli bene

Non sappiamo se l’anno prossimo scriveremo di un ulteriore avvicinamento alla mezzanotte o se, finalmente, l’umanità avrà deciso di cambiare rotta. Ma sappiamo una cosa: il futuro non è scritto, e ogni azione, oggi, può fare la differenza.

La domanda resta aperta: abbiamo il coraggio di riscrivere il destino dell’Orologio dell’Apocalisse?