Non c’è spazio per Pensieri Vaganti in un mondo di apparenza

In un contesto sociale sempre più concentrato sull'aspetto esteriore, la profondità dei pensieri ha perso terreno.

Viviamo in una società che valorizza sempre più l’apparenza, e i pensieri più profondi sembrano relegati a un ruolo di sfondo. Nel 2021 ho scritto un articolo intitolato “The Social Dilemma, tra distopia e realtà”, in cui esploravo gli aspetti negativi della tecnologia, in particolare dei social network. Concludevo dicendo che la tecnologia, di per sé, non rappresenta una minaccia esistenziale per l’umanità; il vero problema risiede nelle dinamiche più oscure della nostra società, che Internet semplicemente riflette e amplifica.

Nel 2023, secondo i dati di We Are Social, il numero di utenti su Internet è cresciuto ancora, con oltre il 64% della popolazione mondiale ormai connessa. Gli smartphone sono diventati compagni inseparabili per il 68% della popolazione, e quasi 5 miliardi di persone utilizzano i social media, un incremento significativo rispetto agli anni precedenti. Questo aumento mostra come i social media stiano diventando una parte essenziale della nostra quotidianità, modellando il modo in cui comunichiamo, ci esprimiamo e ci relazioniamo.

Nonostante una leggera riduzione del tempo complessivo trascorso su Internet, il tempo passato sui social media ha raggiunto livelli record: l’utente medio trascorre più di due ore e mezza al giorno su queste piattaforme. Facebook, YouTube, Instagram, TikTok – piattaforme dominate dai contenuti visivi – guidano questa classifica. Questo fenomeno evidenzia una preferenza crescente per contenuti che siano immediati, emozionali e visivi, piuttosto che basati sulla parola scritta e sul ragionamento profondo.

Eppure, esistono ancora spazi dove i pensieri possono trovare respiro. Twitter, Reddit, Threads: piattaforme che, sebbene meno popolari rispetto ai giganti del multimedia, offrono ancora la possibilità di scambiare idee in modo articolato. Questi ambienti rappresentano una piccola oasi per chi è alla ricerca di una connessione autentica, lontana dalle apparenze superficiali.

Uno studio di Harvard, intitolato “Dopamine, Smartphones & You: A battle for your time“, esplora il legame tra smartphone, social media e il nostro cervello. I social media utilizzano strategie che stimolano i circuiti della ricompensa, attivando dinamiche simili a quelle delle slot machine. La nostra mente è presa in ostaggio, alla ricerca continua di quel rapido stimolo che ci fa sentire bene. Questo, inevitabilmente, ha conseguenze sul nostro benessere: ansia, depressione, diminuzione della qualità del sonno.

Il panorama dei social media oggi è in continua evoluzione. Twitter, acquisito e trasformato da Elon Musk in X, sta cambiando la sua identità e forse perdendo parte della sua utenza. Threads, lanciato da Meta come alternativa, si sta inserendo in questo vuoto, puntando a diventare uno spazio per la condivisione veloce di pensieri. Al di là di queste evoluzioni, però, la domanda rimane la stessa: esiste ancora uno spazio per la riflessione in un mondo dominato dalle immagini?

Piattaforme come Reddit e le comunità del Fediverso dimostrano che, nonostante la predominanza del contenuto visivo, esiste una richiesta per spazi che valorizzino il pensiero e la parola scritta. In un mondo dove l’apparenza sembra dominare ogni aspetto della nostra vita, questi spazi sono il promemoria che c’è ancora chi cerca la profondità, chi desidera discutere e riflettere.

La mia esperienza personale mi porta a prediligere queste piattaforme più riflessive. Threads, X: luoghi dove la sostanza del pensiero conta più della patina superficiale, dove è ancora possibile creare una connessione autentica, senza il filtro dell’apparenza. In un mondo digitale sempre più basato su immagini perfette e momenti curati, questi spazi mi ricordano che dietro ogni profilo, dietro ogni foto, ci sono persone reali, con pensieri, dubbi, e sogni complessi. E forse, è proprio questa complessità che vale la pena esplorare e condividere.